Gothic Un film di Ken Russell. Con Julian Sands, Gabriel Byrne, Natasha Richardson, Timothy Spall. Biografico, durata 90 min. - Gran Bretagna 1986. - VM 14
1 commento:
luca valerio
ha detto...
Come nasce un racconto “gotico” destinato a restare nella storia della letteratura? Gothic si prova a raccontare la genesi di Frankenstein, che fu concepito da Mary Shelley in un'orrenda notte (16 giugno 1816) quando la scrittrice era ospite di Lord Byron nella Villa Diodati sul lago di Ginevra. C'erano anche suo marito, Percy Shelley, la sua sorellastra Claire e il dottor John William Polidori che scrisse Il vampiro. Quello di Ken Russell, gran dissacratore del Pantheon delle celebrità, è un gioco al massacro non privo di un contagioso rispetto per le sue vittime. Fra cani latranti e sanguisughe, serpenti boa e teschi che ghignano, topi e liquame cadaverico, Byron (Gabriel Byrne, il Colombo della televisione) si aggira zoppicando per il castellaccio organizzando giochi proibiti ai danni dei suoi ospiti; e Shelley, al colmo dell'esaltazione, è capace di uscire nudo sul tetto fra tuoni e lampi.
Farcito di visioni infernali e baracconesche, spinto a un ritmo forsennato dall'indomabile fantasia dell'autore, il film segna il ritorno del regista di I diavoli al cinema inglese, al quale in passato ha dato un gran contributo di perversa vitalità. Ma il maestro tende ormai a stupire più che a incidere sul vivo di una realtà culturale. Il folle carosello di Gothic, pur impeccabilmente condotto dal punto di vista scenotecnico ed effettistico, lascia un senso di vuoto.
Tullio Kezich Da Il filmnovanta: cinque anni al cinema: 1986-1990, Mondadori, Milano, 1990
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Come nasce un racconto “gotico” destinato a restare nella storia della letteratura? Gothic si prova a raccontare la genesi di Frankenstein, che fu concepito da Mary Shelley in un'orrenda notte (16 giugno 1816) quando la scrittrice era ospite di Lord Byron nella Villa Diodati sul lago di Ginevra. C'erano anche suo marito, Percy Shelley, la sua sorellastra Claire e il dottor John William Polidori che scrisse Il vampiro. Quello di Ken Russell, gran dissacratore del Pantheon delle celebrità, è un gioco al massacro non privo di un contagioso rispetto per le sue vittime. Fra cani latranti e sanguisughe, serpenti boa e teschi che ghignano, topi e liquame cadaverico, Byron (Gabriel Byrne, il Colombo della televisione) si aggira zoppicando per il castellaccio organizzando giochi proibiti ai danni dei suoi ospiti; e Shelley, al colmo dell'esaltazione, è capace di uscire nudo sul tetto fra tuoni e lampi.
Farcito di visioni infernali e baracconesche, spinto a un ritmo forsennato dall'indomabile fantasia dell'autore, il film segna il ritorno del regista di I diavoli al cinema inglese, al quale in passato ha dato un gran contributo di perversa vitalità. Ma il maestro tende ormai a stupire più che a incidere sul vivo di una realtà culturale. Il folle carosello di Gothic, pur impeccabilmente condotto dal punto di vista scenotecnico ed effettistico, lascia un senso di vuoto.
Tullio Kezich
Da Il filmnovanta: cinque anni al cinema: 1986-1990, Mondadori, Milano, 1990
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